a cura di Redazione Oscar
In attesa del nuovo film Fahrenheit 451 scritto e diretto da Ramin Bahrani con Michael B. Jordan e Michael Shannon, abbiamo chiesto alcuni consigli di lettura a un esperto di narrativa distopica: Gianni Canova, che insegna Storia del cinema e Filmologia allo IULM di Milano, dove ha recentemente organizzato il festival Distopie. L’immaginazione del futuro nella cultura italiana contemporanea.
Ci sono libri che provano a descrivere il mondo così com’è.
Altri che cercano di immaginare come potrebbe diventare.
A volte è un bel mondo, quello immaginato dagli scrittori.
Ma spesso, di questi tempi soprattutto, è un mondo tutt’altro che piacevole: prendendo spunto da alcune tendenze già percepibili nel presente, molti scrittori immaginano e raccontano un futuro pieno di ombre, incubi, allucinazioni, orrori.
È la cosiddetta narrativa distopica: quella che rovescia l’utopia nel suo opposto, cercando di prefigurare e illuminare il lato oscuro del futuro che ci attende.
Le distopie sono spesso immaginazioni di mondi dominati dal controllo. Dalla sorveglianza. Dalla sottomissione. Immaginano forme abnormi di dominio dell’uomo sull’uomo. O dell’uomo sulla donna. Del forte sul debole. Del normale sull’anomalo. Di chi adora il dio giusto nei confronti di chi adora il dio sbagliato. Il successo planetario di grandi saghe multimediali come Hunger Games o Divergent ha reso familiare l’immaginazione distopica anche presso un pubblico molto vasto. Ed è a questo pubblico, e soprattutto ai lettori più giovani, che suggerisco qui sette titoli indispensabili per chi ama questo genere.
Potemmo definirli “i magnifici sette” della narrativa distopica.
1 - Noi (1924) di Evgenij Zamjatin
Tutto è fatto di vetro o di materiali trasparenti. Le case, gli oggetti, le cose. Chiunque deve essere visibile in qualsiasi momento. Nessun segreto. Tutto condiviso. La vita dei cittadini è controllata e programmata matematicamente. Efficienza, organizzazione, precisione. Nessun imprevisto. Nessuno spazio per la casualità. È questa la felicità? O è la forma più subdola di tirannide? Osteggiato dalla censura sovietica, è considerato il romanzo capostipite di tutto l’immaginario distopico del Novecento.
2 - Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley
Dopo una guerra devastante tutto il pianeta è riunito in un unico Stato dominato dal principio della riproduzione in serie, applicato non soltanto nell’industria ma anche – ad esempio – nella riproduzione umana, totalmente extrauterina e pianificata. Non esistono più nuclei familiari, ogni individuo appartiene alla collettività, le parole “padre” e “madre” sono diventati insulti. La povertà è scomparsa, la salute è garantita. Ma è davvero il migliore dei mondi possibili?
4 - Fahrenheit 451 (1953) di Ray Bradbury
I libri rendono infelici. Perché seminano dubbi. Perché innescano fantasie irrealizzabili. Perché eccitano emozioni incontrollabili. Così, nel mondo immaginato da Ray Bradbury in questo suo capolavoro, i libri sono proibiti e possederli è un reato. Tutti i libri. Un corpo speciale di pompieri è incaricato di scovare i libri che qualcuno si ostina a nascondere e di bruciarli. Fahrenheit 451 è la temperatura a cui i libri prendono fuoco. Senza più libri, l’umanità si abbandona felice e beota al flusso di banalità trasmesse senza sosta dalla Tv. Ma qualcuno non sta al gioco: fuori dalla città, nei boschi, alcuni clandestini trovano il modo di far sopravvivere i libri anche senza conservarli materialmente. Nel 1966 il regista François Truffaut ne ha tratto un film di grande suggestione visiva ed emotiva.
Scritto e diretto da Ramin Bahrani con Michael B. Jordan e Michael Shannon, dal 29 giugno su Sky Cinema.
5 - Dissipatio H.G. (1973) di Guido Morselli
Un giorno, all’improvviso, l’umanità scompare. Senza motivo, senza ragione. Semplicemente, si dissolve. Sparisce. La vita continua, i fiori sbocciano, gli animali prolificano. Sono gli umani che sembrano come volatilizzati. Ne sopravvive uno solo, il narratore. Un uomo che stava per suicidarsi e che forse si ritrova ancora vivo proprio per raccontare la sparizione dei suoi simili. Ma cosa si può raccontare in un mondo così? Niente. Non c’è niente che possa accadere. Non ci sono nuove Eve. Non ci sono selvaggi come sull’isola di Robinson. Il tempo è un presente assoluto. Non c’è futuro. Nel filone fantascientifico del last man, dell’ultimo uomo, sulla scia di romanzi come La nube purpurea di Shiel o La peste scarlatta di London, Morselli disegna una strana distopia, anomala e astratta, che ipotizza la fine di ogni forma di socialità e ci induce a interrogarci sul senso della vita.
Progetto di: Francesco Lorenzini, Eleonora Trebastoni, Serena Aversa, Erica Marchi.
6 - Il racconto dell’ancella (1985) di Margaret Atwood
Su una Terra devastata dall’inquinamento chimico e radioattivo le poche donne ancora fertili e capaci di procreare diventano le “ancelle” dei maschi membri della teocrazia dominante: sottomesse e asservite, sono ridotte a puri organi di riproduzione della specie secondo i rituali di copulazione pubblica imposti dal sistema. Nel futuro distopico immaginato dalla Atwood chi si ribella viene esiliato nelle colonie e costretto a occuparsi dei rifiuti tossici. Le donne sono private di ogni diritto e di ogni libertà. Lo scopriamo attraverso il racconto di un’ancella che rivela a poco a poco l’abominio del sistema di cui è diventata schiava. E lo fa con una scrittura di rara eleganza e una capacità non comune di generare emozione ed empatia. [The Handmaid's Tale è la serie tv - ora in onda con la seconda stagione - tratta dal romanzo. n.r.d.]
Progetto di: Alice Fiorotto, Elena Giovannini, Ilaria Messa , Anastasia Mirskaya, Elena Padovan, Caterina Perottoni
7 - Il cerchio (2013) di Dave Eggers
Facebook, Twitter e Instagram non esistono più. Sono stati assorbiti da un nuovo social – TruYou – di proprietà del Cerchio, una multinazionale che detiene di fatto il monopolio nella gestione del web. Essere assunti per lavorare al Cerchio è come entrare in Paradiso: ambiente friendly, possibilità di carriera illimitate, comfort di ogni tipo per i dipendenti (palestre, saune, piscine, ristoranti vegani…). E poi uno stile di lavoro basato sulla condivisione di ogni esperienza. Essere social è un obbligo, avere segreti è proibito: perché i segreti – secondo la filosofia del Cerchio – sono all’origine dei comportamenti asociali, immorali e distruttivi. Ma siamo proprio sicuri che vivere nella trasparenza assoluta sia una garanzia di felicità? Un romanzo profeticamente lungimirante, che instilla una sottile inquietudine per come potrebbe evolversi in un futuro assai prossimo il nostro rapporto con i social e con il web.
con Tom Hanks, Emma Watson, John Boyega, Karen Gillan
"Mio Dio, questo è un paradiso" pensa Mae Holland quando fa il suo ingresso al Cerchio, la più influente azienda al mondo nella gestione di informazioni web. Mae adora tutto del Cerchio: gli open space avveniristici, le palestre e le piscine distribuite ai piani, la zona riposo con i materassi per chi si trovasse a passare la notte al lavoro, i tavoli da ping pong per scaricare la tensione, l...