Il Meridiano, primo di due che offrono l’opera omnia di Malamud con molte nuove traduzioni, propone i romanzi e le raccolte di racconti pubblicati tra il 1952 e il 1966. A The Natural (1952) e The Assistant (1957), presentati con i titoli Il fuoriclasse e Il giovane di bottega, si affiancano Una nuova vita (1961) e L’uomo di Kiev (1966), e i racconti di Il barile magico (1958) e Prima gli idioti (1963). Autore peculiare per lo stile e la lingua ingannevolmente semplici e a tratti sorprendenti ottenuti trasferendo nell’americano le cadenze e l’ironia dello yiddish, Malamud affronta spesso nella sua narrativa il tema del “doppio” e quello dell’identità ebraica, sofferta, ripudiata e amata, dando vita a personaggi attraverso i quali però offre un ritratto dell’umanità tutta. Il suo sguardo introspettivo e spietato eppure così indulgente e partecipe dà spessore ai protagonisti delle sue storie, li rende commoventi, irritanti, umani. Il saggio introduttivo è firmato dal critico inglese Tony Tanner. La ricca Cronologia e le dettagliate Notizie sui testi si devono a Paolo Simonetti.
Bernard Malamud (1914-1986), vincitore di importanti premi letterari tra cui il Pulitzer e il National Book Award per la narrativa, appartiene con Saul Bellow e Philip Roth alla grandissima triade di scrittori americani di origini ebraiche. Figlio di ebrei russi emigrati negli Stati Uniti, nacque e visse molti anni a Brooklyn, New York, da cui si allontanò nel 1950 per insegnare letteratura in un college dell'Oregon, attività, quella dell'insegnamento, che fino alla fine della sua vita affiancò a quella di scrittore. Autore di numerosi racconti pubblicati su riviste letterarie importanti, esordì con il romanzo Il fuoriclasse nel 1952; tra i titoli più celebri vanno annoverati i romanzi Il giovane di bottega (1957), L'uomo di Kiev (1966), ispirato a un fatto realmente accaduto nella Russia zarista, che gli valse il Premio Pulitzer, e Le vite di Dubin (1979), considerato dai più il suo capolavoro.