“Prima dovrà avvenire l’apostasia”, proclama la Seconda
lettera ai Tessalonicesi, “e dovrà essere rivelato l’Uomo
del peccato, il Figlio della perdizione, colui che avversa
e si innalza al di sopra di tutto ciò che viene detto
Dio o è oggetto di culto, fino a sedersi nel tempio di
Dio, presentando sé stesso come Dio.” È l’oscura profezia
di quanto dovrà accadere alla fine dei tempi prima
della seconda venuta e della vittoria del Cristo: l’apparizione
dell’Anticristo, il Nemico supremo che minaccia
il cosmo, la cristianità, il Signore stesso. Preannunciato
nelle Lettere di Giovanni e incastonato nella Trinità del
Male nell’Apocalisse, l’Anticristo viene “inventato” negli
scritti di Ireneo, Tertulliano, Ippolito e Origene nei
primi tre secoli dell’era volgare. Presto, diventa un’immagine
ossessiva, cangiante, terribile. Che percorre tutti
i testi: apocalissi, trattati, commenti, lettere, prediche,
persino poemi. Come il Muspilli germanico, che attorno
all’anno 800 descrive in potenti versi allitterativi la fine
del mondo e vede Elia combattere contro l’Anticristo
un duello eroico nel quale resta ferito: “L’Anticristo sta
dalla parte dell’antico nemico, / sta dalla parte di Satana,
che lo porterà alla rovina: / precipiterà infatti colpito
sul campo di battaglia / e durante il combattimento
perderà la vittoria. / Tuttavia molti uomini di Dio pensano
/ che Elia sia ferito nella contesa. / Quando il sangue
di Elia stilla sulla terra, / le montagne prendono fuoco,
nessun albero resta in piedi, / nemmeno uno resta sulla
terra, le acque si seccano, / la palude si asciuga, il cielo
prende fuoco, / la luna cade, il mondo brucia; / non resta
ferma pietra in terra, giunge sul paese il giorno del
giudizio, / e viene con il fuoco ad affliggere gli uomini”.
Ma cosa, o chi, è l’Anticristo? Le risposte oscillano di
continuo, cambiano, e spesso si capovolgono, Occidente
e Oriente seguono vie diverse. Può, il Figlio della perdizione,
essere l’impero romano? È, forse, il Demonio?
Magari, come sembra pensare Ildegarda di Bingen, è
adombrato dai pagani, dagli eretici, dagli ebrei. Il secondo
volume de L’Anticristo raccoglie i testi più affascinanti
e significativi, occidentali e orientali, che discutono
l’inquietante figura tra il IV e il XII secolo: da
Girolamo e Agostino alla Sibilla Tiburtina, da Cirillo di
Gerusalemme a Ecumenio, da Beda a Gioacchino da
Fiore, il brivido del Male corre per il mondo cristiano.