Gesù e un uomo raggiungono la riva di un fiume e si
siedono a mangiare. Consumano due dei tre pani che
hanno. Gesù si alza, va a bere al fiume, torna e, non
trovando la pagnotta, chiede all’altro chi l’abbia presa.
“Non so”, risponde. Ripartiti, Gesù vede una gazzella
con due piccoli, ne chiama a sé uno, lo uccide, ne
arrostisce una parte e ne mangiano. Poi dice al piccolo
di gazzella: “Con il consenso di Dio, alzati!”, e quello
si alza e se ne va. Allora si rivolge all’uomo: “Per Colui
che ti ha mostrato questo prodigio, ti chiedo: chi ha
preso la pagnotta?”; e quello risponde: “Non lo so”.
Giunti a un corso d’acqua, Gesù prende l’uomo per
mano e i due camminano sull’acqua. Gesù domanda:
“Per Colui che ti ha mostrato questo prodigio, ti chiedo:
chi ha preso la pagnotta?”. L’altro risponde di nuovo:
“Non lo so”. Arrivati in un deserto, Gesù prende a
raccogliere della sabbia: “Con il consenso di Dio, diventa
oro”, dice, e così accade. Gesù lo divide in tre parti:
“Un terzo a me, uno a te e uno a chi ha preso la pagnotta
“. Quello replica: “L’ho presa io!”. E Gesù: “Allora
è tutto per te!”.
È una delle tante storie incantevoli che fanno parte del
vero e proprio “vangelo musulmano” contenuto in questo
libro: e prosegue poi verso una conclusione sorprendente.
Ma il Gesù dell’islam è nello stesso tempo
più semplice e più complesso di quanto non emerga da
essa. R)mi, il più grande mistico persiano, scrive: “Il
corpo è simile a Maria: / ognuno ha un Gesù dentro di
sé. / Se sentiremo in noi i dolori, / il nostro Gesù nascerà
“. ‘Ôsa Ibn Maryam, Gesù figlio di Maria, è infatti
uno dei maggiori profeti dell’islam: che, fin dal Corano,
ne tramanda molte parole. Riletture plurisecolari del
Gesù dei Vangeli e degli apocrifi, esse ci restituiscono
un Gesù musulmano, o un Gesù che parla all’islam, e
a noi: “Beato colui che guarda con il cuore, ma il suo
cuore non è in ciò che vede”.
I detti islamici di Gesù – che segue Le parole dimenticate
di Gesù, in una serie intesa a offrire un quadro completo
delle immagini di Gesù nelle varie tradizioni – è
un libro dal fascino particolare: racconta l’unico caso di
una religione mondiale che sceglie di adottare la figura
centrale di un’altra, finendo per riconoscere questa figura
come costitutiva della propria identità.
Sabino Chialà, monaco della Comunità di Bose e studioso di ebraico e siriaco, si occupa di apocrifi e di storia e letteratura dell'Oriente cristiano, in particolare di tradizione siriaca. Nell'ambito degli apocrifi giudaici, ha pubblicato la traduzione e il commento del Libro delle Parabole di Enoc (1997). In campo siriaco si è dedicato in particolare alle figure di Abramo di Kashkar e di Isacco di Ninive, del quale ha pubblicato Un'umile speranza (1999) e Discorsi ascetici. Terza collezione (2004), e che ha studiato nel volume Dall'ascesi eremitica alla misericordia infinita. Ricerche su Isacco di Ninive e la sua fortuna (2002).